Eccoci di nuovo, dunque. Il tema sempre quello: il welfare aziendale.
Vi avevamo promesso, nel nostro precedente articolo, che ci saremmo occupati del tema in modo specifico senza creare confusione!
Così abbiamo scritto di nuovo al nostro amico Alessandro Ciglieri, consulente alle politiche di Welfare per COOSS, chiedendogli di essere più specifico riguardo alla questione “sgravi fiscali per le aziende” in tema di iniziative welfare per i propri dipendenti.
Lui, Ciglieri, ci ha risposto ribadendo in principio una questione etica fondamentale:
“Fare Welfare è un atteggiamento, un’etica, una propensione morale che dovrebbe prescindere da eventuali vantaggi sugli oneri fiscali”.
E Alessandro ha ragione. Il solo fatto di far stare bene i dipendenti rivela che l’azienda ha una scala di valori legata all’umanità prima di tutto. Ma è anche vero che la questione va posta agli imprenditori italiani, i quali vi diranno (come hanno fatto a noi di Welfie durante i vari incontri fatti sul territorio marchigiano) che la sopravvivenza di un’impresa è un delicato equilibrio tra benessere dei collaboratori, produttività e, ahinoi, costi e tasse!
È qui che lo Stato deve intervenire. Per consentire all’impresa di essere corretta ma allo stesso tempo poter reggere gli oneri che comporta il costo del lavoro.
Certo, qualcuno di voi sta pensando a tutti i casi di mobilità, licenziamenti e trasferimenti barbari all’estero di molte realtà industriali italiane, ma questa non è la sede per una polemica socio-economica, nel mondo delle imprese ci sono i lupi, ma ci sono anche migliaia di realtà meravigliose che hanno la necessità di essere sostenute.
Attualmente come lo Stato Italiano sostiene le iniziative di welfare aziendale?
Il Principale Punto di riferimento è il cosiddetto TUIR Testo Unico sulle Imposte sui Redditi (delle persone e delle imprese). Il TUIR è il D.P.R. n. 917/86 e i suoi successivi aggiornamenti.
Ecco cosa recita l’articolo 100 in proposito:
Articolo 100 (del TUIR) – Oneri e utilità sociali.
Le spese relative a opere o servizi utilizzabili dalla generalità dei dipendenti o categorie di dipendenti volontariamente sostenute per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto, sono deducibili per un ammontare complessivo non superiore al 5 per mille dell’ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultante dalla dichiarazione dei redditi.
Art.95. Se oggetto di negoziazione tra le parti, il costo dei suddetti servizi è integralmente deducibile.
Se la cosa comincia a stimolare la vostra curiosità d’imprenditori mercoledì 18 ottobre, a Fabriano, presso la sede di CNA in via dei Martiri della Libertà 46, alle 17, troverete Alessandro Ciglieri e Maria Cristina Barbini di Cooss che vi spiegheranno vita, morte e miracoli del welfare aziendale, consigliatissimo per chi voglia approcciare al tema. Per tutti gli altri appuntamenti vi suggeriamo di leggere questo post.
Educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale o culto, dunque: tantissime attività rientrano nella possibilità di usufruire di sgravi fiscali se erogate al dipendente come welfare. Quindi pensateci bene. A Natale magari potreste regalare ad alcuni collaboratori che gradiscono lo sport, un bel corso di Cross Fit! Risultato? Sicuramente meno stress e più sorrisi! 😁 😁 😁
Nel prossimo articolo approfondiremo gli sgravi fiscali per i dipendenti… restate connessi!