Ben trovati!
Vogliamo capire cosa succede se l’azienda per cui lavorate vi dedica prodotti di welfare?
Bene! Iniziamo con il racconto di un’azienda qualunque in un giorno qualunque…
Seduti a un tavolo attendendo l’inizio di una riunione, discutevamo di benefit e premi.
C’era chi parlava di vacanze, chi sognava buste paghe più alte e chi ringraziava i santi di avere almeno il proprio stipendio ma non poteva fare a meno di lamentarsi del costo del dentista del figlio.
Per tutti “Welfare Aziendale” significava “arrivare alla fine del mese” in modo dignitoso, magari con un aiuto economico in più del proprio datore di lavoro.
“Eh sì, – sospirava Marco – ma se ti aumentano lo stipendio è un bagno di sangue, aumenta il reddito e via, di conseguenza, pure le tasse. Così va a finire che quei 100 Euro in più entrano ed escono dalle tasche senza lasciare alcuna traccia!”
Finché Diego dall’altra parte del tavolo, guardandosi distrattamente le mani disse – “Se solo mi passassero la palestra! Magari senza pagarci le tasse! Altro che aumento, quella da sola mi svena, ma tanto è, o palestra o mal di schiena!”
Il punto del racconto è ben condensato in quello che dicono Marco e Diego. Ambedue vorrebbero arrivare alla fine del mese in modo dignitoso e, al contempo, non rimettere ogni tipo di vantaggio, guadagnato con il proprio lavoro, tutto in tasse.
Quante volte vi siete trovati in questo dilemma? Ovvio, e non lo ripeteremo mai abbastanza, le tasse vanno pagate e sono una fonte di benefici per tutta la comunità ma, come si può riuscire ad assecondare le necessità che ognuno di noi ha ogni mese con un compenso adeguato?
Parte della risposta sicuramente è fornita dal Welfare Aziendale e di nuovo dal TUIR D.P.R. n. 917/86 e i suoi successivi aggiornamenti (di cui rimandiamo alla lettura del testo completo che trovate su cdn.fiscoetasse.com o sulla gazzetta ufficiale).
Qui di seguito, per darvi una prima panoramica, vi sintetizziamo cosa ci dice in materia di sgravi fiscali per i dipendenti che usufruiscano di Welfare.
Non concorrono a formare reddito:
- Visite specialistiche: in cui rientra anche il famoso dentista di cui si parlava sopra.
- Buoni per le mense aziendali e ticket restaurant: non so voi ma noi ci facciamo la spesa e, alla fine del mese, la cosa conta e anche parecchio!
- Opere e servizi che il datore di lavoro mette a disposizione: sia dei dipendenti sia dei loro familiari.
- Servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare compresi i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché la frequenza di ludoteche, di centri estivi e invernali o borse di studio a favore dei medesimi familiari;
- Servizi di assistenza ai familiari anzianio non autosufficienti: a domicilio o presso strutture convenzionate.
Questi sono solo alcune delle possibilità che il Welfare offre ai dipendenti senza aggravi di nessun genere. Leggendo il TUIR si comprende subito l’ampissima gamma di scelte e di servizi a disposizione delle persone e, cosa importantissima, quanto esse siano estese ai loro familiari.
Vige una regola su tutto:
“Ciò che Non fa reddito, Non è soggetto a “oneri contributivi” (previdenziali) – ne a carico del dipendente ne a carico del datore di lavoro.”
Niente male vero?
Speriamo di avervi dato qualche spinta in più per approfondire l’argomento ma anche per riflettere su una domanda: valgono di più 100 € da tassare in busta paga o la baby sitter pagata per tutto il mese?
Noi propendiamo per la seconda… e voi?